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La Scuola di Yoga “Sùrya” nasce nel novembre del 2003 per iniziativa del suo fondatore Ottaviano Fuoco, studioso di cultura indiana ed insegnante di Yoga, come Associazione Sportivo Culturale US ACLI, riconosciuta dal CONI.
La scuola è un centro dove è possibile praticare lo HathaYoga e non solo, possiede una biblioteca ed una Sala da thè. Organizza seminari di Shodo e di Nada Yoga, incontri di studio, concerti, conferenze, approfondimenti sulle discipline orientali.

venerdì 17 febbraio 2012

Oggi quale maschera indosso?

Di fronte a qualunque difficoltà o nei momenti di sofferenza, tendiamo a dare la colpa agli altri o alle circostanze che sfuggono al nostro controllo. Risulta più facile proiettare la nostra negatività su qualcosa di esterno. Così crediamo che il modo di agire, parlare o pensare degli altri sia la causa di tutta la nostra rabbia o gelosia, di ogni emozione negativa. 


Questa è una visione distorta del mondo e di noi stessi. Dovremmo invece venire a patti con i problemi e le difficoltà e cercare di risolverli. Potremo così scoprire che molti dei nostri problemi, che riteniamo insormontabili, sono in realtà alla nostra portata.


La soluzione sarebbe smettere di dare agli altri la colpa dei nostri problemi e di nascondere i nostri errori dietro svariate maschere.


Il progresso consiste appunto nel lasciar cadere queste maschere, vedere come siamo realmente e affrontare la situazione. I casi della vita, si tratti della solita routine o di eventi drammatici, ci mostrano nella nostra vera luce. Sono queste le situazioni con cui dobbiamo confrontarci; è questo il nostro compito.


Se vogliamo isolare e identificare le cause della sofferenza, dobbiamo prima di tutto cercare di comprendere come percepiamo il mondo. A tal fine è utile ragionare in termini di corpo, parola, mente. Tutto ciò che di buono o cattivo c'è in noi ha origine nella mente ed il corpo e la parola sono come marionette mosse dalla mente. 


Idealmente il corpo dovrebbe obbedire alla mente con un'armonia che implica l'assenza della minima separazione. Se invece permettiamo al corpo di seguire i suoi istinti fondamentali potremmo facilmente rimanere invischiati in una esistenza sensuale e materialistica da cui difficilmente riusciremmo a liberarci. Dobbiamo allora imparare a gestire con giudizio la nostra esistenza, anziché tradurre ingenuamente ogni impulso e ogni opinione in parole o azioni. 


Il nostro principio guida deve essere la compassione. La compassione può essere definita come la convinzione che, visto che siamo degli esseri dalle ricche possibilità e potenzialmente illuminati, abbiamo moltissimo da offrire al mondo. Piantiamo nella mente questo seme e lasciamo che pervada e ispiri ogni nostra parola ed azione. Se vogliamo innalzare la qualità del nostro comportamento è proprio con la mente che dobbiamo fare i conti.


Finché la meschina mente egoistica non si arrenderà o non verrà trasformata, non ci sarà nessun reale progresso. La meditazione può procurarci lo spazio ed il tempo per fare un passo indietro rispetto al problema e vederlo più chiaramente. Vederlo cioè come in realtà è sempre stato.


Namastè

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