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La Scuola di Yoga “Sùrya” nasce nel novembre del 2003 per iniziativa del suo fondatore Ottaviano Fuoco, studioso di cultura indiana ed insegnante di Yoga, come Associazione Sportivo Culturale US ACLI, riconosciuta dal CONI.
La scuola è un centro dove è possibile praticare lo HathaYoga e non solo, possiede una biblioteca ed una Sala da thè. Organizza seminari di Shodo e di Nada Yoga, incontri di studio, concerti, conferenze, approfondimenti sulle discipline orientali.

martedì 28 ottobre 2014

Senza Parole




Il vuoto è forma, forma è vuoto.


“Senza Parole”, questo è il nome che ho scelto quando qualche anno fa il mio Maestro di Calligrafia Giapponese, Norio Nagayama, mi chiese quale nome avrei voluto da calligrafa nell’arte dello Shodo. Così scelsi“Senza Parole”, sembrava perfetto nel mio intento, cioè quello di liberare, svuotare del senso comune che ogni calligrafo è chiamato a fare davanti al foglio di carta di riso, con il proprio pennello ed inchiostro, scrivere e dare forma alle parole.
 

Le parole … se ne fa un uso sconsiderato delle parole, si sente continuamente l’esigenza di dire, scrivere parole ovunque, per telefono, sugli sms dei cellulari, sui profili dei social network, per tutti ciò che conta è esprimere attraverso le parole, ciò che sono, che credono o che vorrebbero essere, poco importa se tutto ciò che viene detto o scritto no rispecchia assolutamente la propria natura, se si è lontani anni luce da ciò che le parole stanno a significare.

Ma a volte non vi capita di rimanere senza parole? Di non avere nulla da dire? Di preferire di tacere, piuttosto che sproloquiare su argomenti di cui si conosce poco o quasi nulla? Spendere parole su cose, persone, fatti e storie, a cosa serve? E’ inutile proferire su questo mondo, è già tutto lì, detto e fatto!

Allora cosa scrivere su questo blog al martedì? NULLA!!! Riempirlo solo di vuoto e silenzio. Anche i grandi Maestri di tutti i tempi(Gesù, Shiva, il Buddha) spendevano poche parole verso gli altri, diventava superfluo spiegare, parlare, raccontare, hanno parlato attraverso la loro testimonianza di vita, parole e vita erano all'unisono. In questo modo ha senso svuotarsi dalle parole, dai concetti, dalle nozioni libresche, per essere Parola attraverso le proprie azioni di ogni giorno, essere un Concetto, attraverso la propria pratica quotidiana (yoga, meditazione), essere Sapere, attraverso la realizzazione del proprio compito, a cui si è chiamati ad assolvere ogni giorno. Ho capito che la Meditazione è la più alta forma di comunicazione nonostante non si colloquia né con Dio e né con gli altri, ma neppure con se stessi. L’uso e l’efficacia delle parole sono sospesi, sono superflui, si realizza un lavoro di osservazione neutra ed oggettiva sia esteriore che interiore, dove tutto diventa chiaro, non serve nessuna ulteriore spiegazione.

Namastè

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ad incontrarle persone con "poca sabbia sugli occhi!" Un inchino a mani giunte per Francesca.